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Articolo su REPUBBLICA di Matteo Marini, intervista a Marco Sartori per il reportage Harraga fatto

Aggiornamento: 27 giu 2020




Il progetto della Ong Ciai coinvolge 400 migranti non ancora maggiorenni ed è finanziato da otto fondazioni che hanno messo a disposizione 3,5 milioni di euro. Gli scatti dei fotografi dello Studio 14 di Novara raccontano la loro quotidianità, tra una partita di calcetto e i turni per cucinare. Palermo li ha accolti e ora si stanno costruendo un futuro di MATTEO MARINI

Intervista di Matteo Marini di Repubblica a Marco Sartori.


Il progetto.La OngCiaidi Palermo ne accoglie molti, provenienti da tanti paesi diversi. Sono minorenni, senza documenti e non accompagnati. Ilprogetto “Ragazzi harraga”proverà a dare loro un futuro. Sono circa 400, tutti ospitati in case di accoglienza nel capoluogo siciliano. Grazie alla legge del 2016 non possono essere espulsi ma vanno garantiti loro assistenza e gli stessi diritti dei coetanei italiani. I fotografi dello Studio 14 di Novara li hanno voluti incontrare, per documentare queste esistenze ai margini, ma finalmente in una città che li ha accolti con calore. Un reportage vivido e allegro ma intenso che coglie tante sfumature. Andrea Arcidiacono, Alessandro Castiglioni, Massimiliano Pescarolo e Marco Sartori sono entrati in punta di piedi nella loro quotidianità. Prima facendosi accettare tra loro, solo dopo aver stabilito una sintonia hanno iniziato a scattare.


Uno dei loro “ciceroni” era Ousman.“Un aspirante giornalista – racconta Sartori – era interessatissimo alla macchina fotografica e mi ha confessato quello che vorrebbe fare da grande. Così ho colto l'occasione al volo e l'ho 'assunto' per farci da guida tra loro”. Fare la spesa e giocare a calcetto, studiare o cucinare e lavare casa, tutti aspetti colti l'obiettivo dei fotografi di Studio 14. Un'esistenza condotta insieme nella quale tutti hanno il proprio compito quotidiano, secondo i turni appesi alla parete della cucina. “Ogni giorno i piatti cambiano – continua Silva – perché ognuno cucina quello che sa, i piatti del proprio paese. Il riso c'è quasi sempre, perché lo mangiano tutti”.


Centinaia di storie diverse.Sono partiti da tutti i paesi africani di migrazione frequente, dalla Costa d'Avorio al Gambia, dall'Egitto al Senegal ma anche dall'Asia dove i conflitti segnano il destino di migliaia di persone: Afghanistan, Pakistan, Banghladesh. La maggioranza sono maschi, poche le ragazze, che vivono insieme in una casa di accoglienza per sole donne. Il progetto “Ragazzi harraga” è stato selezionato per il bando “Never Alone”, finanziato da otto fondazioni che hanno messo a disposizione 3,5 milioni di euro per sostenere l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Centinaia di storie diverse con un denominatore comune. Ognuno di loro ha attraversato il Mediterraneo partendo dalla Libia per arrivare fino alle coste europee.


Le terribili testimonianze.Le loro testimonianze raccontano di 'lavori forzati', costretti a prima di poter staccare un biglietto per una delle carrette del mare che tentano la traversata. Dalla spiaggia di Mondello il mare ha un colore diverso. In una gita organizzata dalle associazioni si sono potuti godere una giornata serena sulla sabbia bianca della costa siciliana. Ognuno di loro è arrivato con il suo bagaglio di storie, sogni e aspirazioni. Qualcuno, come Ibrahim, vorrebbe fare il calciatore. “Dicono che è anche bravo – racconta Francesca Silva, direttore territoriale Italia di Ciai – ma molti altri hanno obiettivi più normali come fare l'idraulico, il falegname”. La Ong darà a loro l'opportunità di farlo, attraverso colloqui e percorsi per orientarli alla ricerca di un lavoro.


Si annullano le differenze.Stretto tra i muri dell'oratorio di Santa Chiara, nel quartiere Ballarò, c'è un campo di calcetto e di basket. Anche qui, come dovrebbe essere in tutti i campi del mondo, le differenze si sono annullate: “Gli ospiti della Ong e i ragazzini palermitani giocano insieme. Anche molti italiani qui hanno storie difficili ma l'integrazione è piena, non c'è isolamento. Grazie anche a un parroco tosto come don Enzo” ricorda Sartori. E proprio qui, nel centro di Palermo, sta per nascere una foresteria che per alcuni di loro sarà la prima opportunità: “È un progetto pilota – conclude Francesca Silva – una realtà piccola ma virtuosa gestita da alcuni di questi ragazzi e coinvolgere anche i neo maggiorenni”.


La vera sfida.Perché la vera sfida sarà, una volta superati i 18 anni, quella di reggersi sulle proprie gambe. La Ong Ciai ha dato loro un nido dal quale spiccare il volo e non è così facile: “Noi offriamo loro la possibilità di trovare un percorso, capire quello che vorrebbero fare e rafforzare le loro competenze”. In pieno centro storico, a uno dei “Quattro canti”, Adic ha cominciato da fattorino, come tirocinante. Il Bisso bistrot è ora la sua “scuola di cucina”, la sua è una delle prime storie di successo. Ora sta apprendendo il mestiere: pulire il pesce, tagliare le verdure e preparare i primi piatti, dagli antipasti alla pasta fresca fino alla pasticceria. Cogliendo l'occasione che il progetto “Ragazzi harraga” è riuscito a offrirgli.


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